Qualche giorno fa, quei “matti” di Google Labs hanno pubblicato una nuova versione del celebre gioco “Dino”, quel minigame all’interno di Chrome a cui accedi quando non funziona internet. O, per meglio dire, una divertente soluzione di usabilità per evolvere il “Oops something went wrong”.
Mi sembra quasi ridicolo dover spiegare la meccanica innovativa, perché di questi tempi ne esiste solo una: l’intelligenza artificiale generativa (GenAI). Ebbene sì, ora anche il nostro amato dinosauro è stato “contagiato” dal trend artificiale degli ultimi anni: in “GenDino“, l’utente può sostituire a suo piacimento gli elementi distintivi del gioco.
Come in qualsiasi altro strumento di GenAI ci troviamo di fronte alla nostra cara casella del prompt dove possiamo inserire tre informazioni: chi vogliamo essere, quale ostacolo vogliamo saltare e cosa deve esserci sullo sfondo. In pochi secondi ti trasformi in un super Mario che salta browser con delle macchine sullo sfondo.
E il nostro dinosauro, dov’è finito? Dopotutto il gioco si chiama ancora “GenDino”. Abbiamo rimosso il personaggio principale ma percepiamo di giocare ancora allo stesso gioco. Come è possibile? Il gioco è stato personalizzato secondo le nostre richieste ma ha mantenuto la sua unicità… Un paradosso?!